Vacanze, ponte lungo. Giannelli (ANP): non incide sulla didattica
Le lamentele delle famiglie nascono dalle difficoltà che incontrano in quanto gli stessi lavorano e non sanno a chi lasciare i bambini soprattutto. Il problema, infatti, è maggiore più sono piccoli figli.
Il tema è stato ripreso oggi da Il Fatto Quotidiano.
Nell’articolo si evidenziano le difficoltà delle famiglie nei casi di chiusura prolungata della scuola, famiglie che si sentono abbandonate a se stesse e devono far ricorso a tutte le risorse disponibili, spesso poche: non tutti hanno nonni (o zii, o parenti, o amici) che si offrono, o risorse economiche per soluzioni alternative (baby sitter, ludoteche, spazi ricreativi), così i momenti che dovrebbero essere di riposo per tutti, per i genitori sono spesso i più faticosi. Al punto che il rientro al lavoro può sembrare meno pesante.
L’autrice dell’articolo riporta anche le obiezioni alle richieste delle famiglie, ossia che il compito della scuola non è quello di di baby sitter, né tanto meno quello di ricoprire un ruolo (educativo) che non le compete.
Secondo l’autrice, tuttavia, non è così: Credo però che nessuna figura professionale o istituzionale che abbia a che fare con bambini, fanciulli o ragazzi e con i loro genitori possa mai dire che il ruolo di accudimento e/o educativo non le competa. Siamo tutti coinvolti.
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Fonte Orizzonte Scuola
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