Informazione e Confronto per Educatori
Ammassati come bestiame, destinati al macello della competizione davanti ai cancelli delle diverse Università d’Italia in attesa che scoccasse l’ora x per dare inizio alle danze.
Non chiedevano un contratto di lavoro a tempo indeterminato e nemmeno un titolo abilitante per passare dalla III alla II fascia delle graduatorie d’Istituto.
Pagavano per sostenere un test preselettivo, per accedere a un corso della durata di 8 mesi circa, dopo il superamento di altre due prove: scritta e orale.
Praticamente alla fine così tanto eruditi da poter chiedere quasi quasi l’auto gestione del corso.
Inutile dire quanto è già cronaca, sulle anomalie riscontrate il giorno dei test presso ciascun Ateneo.
Utilissimo e doveroso appare invece ribadire che tra le fila degli aspiranti specializzandi c’eravamo anche Noi, i precari della scuola, perchè non si finisce mai di imparare, life long learning e oso aggiungere, di sognare.
Oltre al lavoro, la famiglia e gli impegni vari che la vita comporta avremmo di buon grado sacrificato altro tempo per continuare a studiare al fine di specializzarci “insegnante di sostegno” sempre che ci fossimo riusciti tutti, ed è questa la grave ingiustizia che con la presente intendo lamentare:
“Il numero chiuso dei corsi universitari a fronte del costante aumento dei posti di insegnante di sostegno disponibili”.
Anche quest’anno detti posti continueranno copiosi ad essere coperti dall’ esercito del precariato “non specializzato”, peccato però che a farci le spese saranno ancora una volta gli alunni bisognosi di assistenza qualificata e ignari delle tantissime leggi poste a loro tutela di cui ahimè non si tiene conto.
I docenti precari.
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Fonte Orizzonte Scuola
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