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Il concetto che dovrebbe essere ovvio potrebbe non esserlo nei fatti. In Sicilia, per esempio, regione che più delle altre sembra voler puntare sul tempo prolungato è quella dove si potrebbe registrare questa carenza, con la conseguenza che si potrebbero perdere 96 cattedre.
A lanciare l’allarme è stato il quotidiano Repubblica.it con un articolo scritto sulla base di notizie trapelate dagli incontri fra dirigenti dell’Ufficio scolastico regionale e sindacati. La Sicilia è la regione con il minor numero di scuole primarie con il tempo pieno e ha puntato proprio sull’uscita pomeridiana da scuola per il potenziamento del corpo docente.
La richiesta era andata a buon fine, ma – stando a quanto riporta il quotidiano – molte delle cattedre assegnate dal Miur potrebbero non essere allocate per mancanza di spazio dove far mangiare i bambini. Tuttavia, sempre stando alla versione di Repubblica, pare che neanche le famiglie siano molto propense a lasciare i pargoli per così tante ore a scuola, nonostante il record di dispersione scolastica.
In buona sostanza dei 2 mila posti aggiuntivi complessivi messi a disposizione dal Miur proprio il tempo pieno, quelli assegnati alle scuole siciliane hanno fatto salire il numero delle cattedre a 246; ma più di un terzo dovranno essere restituite al Miur anche perché durante le iscrizioni a gennaio, il numero delle richieste non è sufficiente a organizzare altre classi a tempo pieno.
E’ anche caduta nel vuoto la richiesta dei sindacati, pur di salvare le cattedre nel territorio, di potenziare il tempo pieno già attuato. Le cattedre non assegnate potrebbero essere destinate alle regioni del centro e del nord Italia.
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Fonte Orizzonte Scuola
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