A chi ne chiede ragione viene risposto in genere che la responsabilità del mancato versamento delle retribuzioni è delle segreterie delle singole scuole, che non hanno provveduto nei termini alla registrazione dei contratti.
Non accettiamo questo gioco allo scaricabarile, in cui l’incapacità organizzativa dall’apparato ministeriale ricade sempre sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori, in particolare sugli ultimi posti nella catena di comando.
La Confederazione Unitaria di Base sta raccogliendo un numero significativo di adesioni per procedere, in prima battuta, con una diffida alla Ragioneria dello Stato e alla Direzione Scolastica Regionale.
È inconcepibile che il sistema dell’istruzione nazionale, fondato abbondantemente sul lavoro precario, debba vedere ulteriormente svilita la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori con il ritardo nel versamento delle retribuzioni.
I salari degli insegnanti italiani non solo sono tra i più risibili d’Europa, ma arrivano anche in ritardo.
A ciò si aggiunge l’inconcepibile disparità di trattamento tra docenti precari e docenti di ruolo, per quanto attiene tanto la retribuzione (i precari non partecipano alla progressione per anzianità), quanto i diritti (permessi, retribuzione della malattia).
Dopo la beffa dell’accordo tra il ministro Fioramonti e i sindacati confederali (appena 24.000 assunzioni promesse a fronte di un’esigenza cinque volte maggiore), la misura è colma.
Gli oltre centomila precari che tengono in piedi la scuola italiana non sono disposti a sopportare oltre.
In mancanza di una risposta immediata la CUB Scuola organizzerà iniziative di mobilitazione contro la Ragioneria Territoriale dello Stato e l’Ufficio Scolastico Regionale.
Per la CUB Scuola Università Ricerca Torino
La Coordinatrice Provinciale
Giulia Bertelli
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Fonte Orizzonte Scuola
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