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In edifici che lasciano molto a desiderare sul fronte della sicurezza. La situazione, regione per regione.
Le scuole apriranno le porte come lo scorso anno a circa 8,5 milioni di studenti, probabilmente qualche migliaia in meno perché da anni si registra una tendenza alla diminuzione.
Oltre agli 850 mila professori di ruolo che torneranno in servizio come da routine, saranno chiamati almeno 100 mila supplenti.
I sindacati se ne aspettano 170 mila, poco più del numero dello scorso anno, inclusi gli insegnanti coinvolti nei Fit (Formazione iniziale tirocinio). Ma ancora di più si conferma sullo sfondo del primo giorno di scuola lo stato di insicurezza e decadenza degli edifici scolastici.
Gli interventi degli ultimi quindici anni sono stati insufficienti e ancora oggi 8 strutture su 10 strutture non risultano a norma.
L’87% dei casi non sono stati progettati o comunque successivamente adeguati alle norme di costruzione antisismica. Gli ultimi dati disponibili si riferiscono all’anno scolastico 2017-18. Nel frattempo alcune scuole sono riuscite a mettersi in regola, ma è verosimile che il quadro generale sia rimasto grosso modo lo stesso con interventi necessari in 50 mila edifici su 58 mila circa.
Soltanto nelle aree densamente abitate, dove è naturale che i plessi scolastici siano più numerosi, la concentrazione di scuole non a norma è maggiore. Ai primi posti per numero di edifici da ristrutturare troviamo la provincia di Roma (2665), di Napoli (2362) e quella di Milano (1743). Non c’è comunque da stupirsi considerato che le scuole italiane, dalle città ai piccoli centri, sono in larga parte piuttosto datate. All’anagrafe appena il 36% risulta costruito dopo il 1976.
Sempre nell’anno scolastico 2017-18, non hanno avuto aule e laboratori a sufficienza per lo svolgimento delle lezioni l’8% delle strutture scolastiche italiane. Si può consultare l’elenco completo, in tutto 4427 istituti di ogni ordine e grado, di seguito con la possibilità di cercare le scuole di proprio interesse. Gli spazi dedicati alla didattica non rappresentano l’unica grave insufficienza. Sono molte di più le scuole prive di aule magne (79%), di spazi amministrativi (56%) e di palestre (55%).
Le barriere architettoniche sono presenti ancora in tre quarti quarti dei plessi scolastici soprattutto perché non sono in dotazione apparecchiature specifiche.
In dettaglio, molte scuole italiane sono sprovviste di una piattaforma elevatrice (79%), di un ascensore appropriato (47%), di percorsi esterni (41%) e interni (35%) adatti a disabili, di scale (35%) e servizi igienici (21%) a norma, di porte sufficientemente larghe (20%), di un accesso alle rampe (16%).
Le lezioni in 3905 istituti sono disturbate da qualche forma di inquinamento acustico potrebbe sembrare addirittura normale, anche se un ambiente isolato dai doppi vetri concilia maggiormente la concentrazione. I disturbi da inquinamento atmosferico si trovano in 1672 casi.
Il Miur ha individuato la vicinanza a possibili fonti nocive per ogni singola scuola di tutte le 58 mila presenti in Italia. As esempio, 496 si trovano vicino a “industrie inquinanti”, 447 ad “acque inquinanti” e 259 addirittura vicino a una discarica. Si tratta di una fetta minima rispetto al totale delle scuole, tuttavia per gli effetti nocivi che questi agenti inquinanti potrebbero avere sulla salute di studenti e personale, si pone la necessità di un intervento urgente.
Il 54% delle scuole non risulta raggiungibile da autobus e tram, addirittura il 91% non lo è dalla ferrovia. Lo scuolabus sembra sopperire a questi deficit nel 65% dei casi. Resta, invece, una ingiustificata mancanza l’assenza nel 43% delle scuole di un trasporto dedicato ai disabili.
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Fonte Orizzonte Scuola
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