Informazione e Confronto per Educatori
Le proposte ADI al tavolo del Miur:
I dottori di ricerca risultano essere svantaggiati nell’assolvimento del requisito dei 3 anni di servizio, in quanto hanno speso 3 anni in formazione e ricerca sottraendo tempo alle supplenze che permettono di partecipare allo straordinario. Per evitare che il sistema di reclutamento scolastico diventi un disincentivo al conseguimento di un dottorato, e per valorizzare competenze già riconosciute ai docenti di ruolo anche per gli aspiranti docenti, pensiamo che almeno i dottori di ricerca con servizio debbano poter accedere al concorso straordinario anche ai fini del ruolo. Nella II e III fascia le conoscenze e competenze certificate dal titolo di dottore di ricerca sono valutate 12 punti, lo stesso punteggio attribuito ad un anno di servizio. Riteniamo quindi ragionevole chiedere l’accesso allo straordinario ai dottori di ricerca con 2 anni di servizio.
Ciò non solo darebbe la possibilità di stabilizzare altri precari della scuola attualmente non compresi nel decreto, ma contribuirebbe a puntare verso una scuola di docenti altamente formati e selezionati.
Una lunga battaglia con alcune aperture
Accogliamo positivamente la notizia secondo la quale il governo sta trovando un accordo proprio sull’ultima proposta da noi suggerita. Infatti, secondo quanto dichiarato dalla Sottosegretaria On.le Lucia Azzolina, sembra vi sia accordo nella maggioranza sull’apertura della III fascia del 2020, che includerà non solo gli aggiornamenti di chi è già inserito ma anche la possibilità di nuovi inserimenti.
Rispetto alle nostre proposte, inoltre, il Miur si è detto disponibile anche a ragionare su come valorizzare il titolo di dottore di ricerca nel concorso straordinario, un elemento che accogliamo molto positivamente ma che andrà valutato nelle prossime settimane, sia alla luce degli emendamenti governativi e parlamentari sia in virtù della volontà politica che verrà manifestata.
Infine, registriamo come la volontà del Miur sembri quella, dopo aver affrontato la conversione in legge del decreto scuola e l’organizzazione dei due concorsi, di definire un percorso di reclutamento stabile e regolare, probabilmente più simile alla precedente versione del D.Lgs. 59/2017. Un elemento che valuteremo solo in virtù delle prossime iniziative e proposte.
Nonostante le aperture registrate, la battaglia per la valorizzazione del titolo nei percorsi ordinario e straordinario e’ ancora lunga. Auspichiamo che il Ministero risponda alla rivendicazione che emerge chiaramente dalla comunità dei dottori di ricerca: riconoscere le potenzialità dei possessori del titolo ed eliminare eventuali situazioni di disparità.
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Fonte Orizzonte Scuola
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