Informazione e Confronto per Educatori
Nel solo primo trimestre del 2019 si è raggiunta la strabiliante cifra di 31 insegnanti che finiranno di fronte al giudice per analogo motivo e c’è la prospettiva di vedere più che raddoppiata l’intera casistica rispetto all’anno precedente. Ma cosa sta succedendo tra l’immobilismo delle istituzioni, il silenzio dei sindacati e la demagogia tecnologica (leggi pro-installazione di telecamere) dei politici? Che spiegazioni può avere il fenomeno? Stiamo dando la risposta giusta col ricorso ai procedimenti penali? Come lo si può arginare e risolvere? A chi tocca farlo? Davvero tante domande a cui la più semplice e sbrigativa risposta consiste nell’affermare che le nostre maestre stanno letteralmente scoppiando. In parte può essere così, ma vi sono altre importanti ragioni che è bene considerare.
Per tutti i suddetti punti, oltre che per la necessità di un intervento tempestivo assicurabile solo dal DS, è sconsigliabile come soluzione prioritaria ai PMS rivolgersi all’Autorità Giudiziaria. Per questa ragione, nel Regno Unito, qualsiasi denuncia legale per PMS deve essere accompagnata da un verbale di colloquio tra genitori e DS recante i tentativi di conciliazione o soluzione esperiti dallo stesso tra le parti ed eventualmente falliti. La peculiarità dell’ambiente scolastico, la specificità professionale richiesta agli insegnanti dal CCNL all’art. 27 e la discrezionalità di aspetti fondamentali quali l’assenza di un contingentamento delle AVI e la definizione di “criterio di abitualità”, rendono ostico a chiunque operare giudizi sereni e omogeneità di vedute.
Operate tutte queste considerazioni è bene sottolineare le buone prassi, per incoraggiarle, in un momento piuttosto delicato per la scuola dell’infanzia e primaria.
Sull’Unione Sarda del 30.03.19 è comparso un articolo, dal titolo “La maestra umilia i nostri figli”, in cui si segnalano i comportamenti impropri della docente e la reazione del DS che al giornalista risponde: “Stiamo facendo le verifiche del caso e interverremo a tutela di tutti ma seguendo le regole”. Di fronte a un eloquente scritto dei genitori, secondo cui la maestra offenderebbe e umilierebbe gli alunni mettendoli in punizione con la faccia al muro, il DS risponde convinto al giornalista che lo incalza: “Quello che scrivono i genitori deve essere verificato, bisogna soppesare con tanta attenzione ciò che i bambini riportano. Già prima della lettera sono giunte segnalazioni ed abbiamo avviato approfondimenti. L’insegnante svolge ore didattiche con la collaborazione di un altro docente e relativamente a quelle ore non abbiamo riscontri di comportamenti anomali. Ho già avuto un incontro con i rappresentanti della classe, dando loro uno spazio per riunirsi e rassicurandoli sul fatto che ci stessimo occupando del problema. Il DS pare avere le idee ben chiare ed è consapevole del suo ruolo da protagonista nel gestire il problema così come dell’esistenza di regole da rispettare. È altresì convinto di dover verificare i racconti dei genitori, poiché riferiscono de relato quanto raccontano bimbi piccoli, quindi interviene prontamente affiancando la maestra con un collega. Niente denuncia all’Autorità Giudiziaria, niente telecamere, nessuna spettacolarizzazione, niente circo mediatico, almeno per ora. Certamente il preside avrà parlato con la maestra e valutato anche le sue condizioni di salute da tutelare eventualmente con un accertamento medico in Collegio Medico di Verifica. Un DS dal comportamento professionale – questa è la vera notizia – che spero possa essere seguito da molti suoi colleghi. Complimenti dirigente Andrea Antonio Fadda!
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Fonte Orizzonte Scuola
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