Informazione e Confronto per Educatori
Che ricordiamo essere:
Ringraziamo pertanto il Ministro Bussetti, la compagine governativa ed i sindacati che hanno sostenuto la nostra posizione.
Tuttavia, non possiamo dirci minimamente soddisfatti di quanto prospettato per un titolo che rappresenta l’eccellenza della formazione nel mondo, ma in Italia, e solo in Italia, stenta ad essere valorizzato e riconosciuto.
La timida apertura prospettata dal comunicato congiunto dei sindacati, in cui si comunica che: “è stata oggetto di discussione la possibilità di consentire l’accesso ai soli fini abilitanti ai percorsi riservati, in subordine rispetto ai precari con 36 mesi di servizio”, appare infatti come un voler sistemare le cose per tutti, senza la minima attenzione al fatto che, quanto ci viene prospettato, sono solo ulteriori anni di precariato che graveranno su persone non più giovanissime che provengono per la maggior parte dal precariato universitario.
Ricordiamo infatti che, la maggior parte dei Ph.D non sono giovani appena dottorati ma si tratta di studiosi e docenti Universitari a contratto o provenienti da istituti esteri che sono pronti a mettere a disposizione della Scuola e del sistema scolastico italiano la loro alta qualificazione e professionalità.
Nel prospetto di un vero rinnovamento della scuola, non è possibile non considerare la qualità che sarebbe apportata all’istruzione italiana da aspiranti docenti motivati e formati da esperienze internazionali e di altissimo livello; esperienze di cui non si può non tener conto in una società globalizzata e competitiva come quella odierna a cui i ragazzi devono essere formati.
Tra anni di precariato incerto, che si prospettano con quanto offerto con questo piano di reclutamento ai Ph.D, e l’abbandonare il Paese per mettere le nostre competenze a disposizione di Stati più avanzati che considerano il Dottorato come una risorsa e non un “subordine”, seppur con rammarico, molti di noi sceglieranno ancora di emigrare, alimentando il tanto biasimato, ma mai realmente considerato, problema dei “cervelli in fuga”.
Ben comprendiamo le richieste dei docenti precari della scuola con 36 mesi di anzianità in quanto anche noi abbiamo esperito anni di precarietà insegnando con contratti a rimborso spese (1500,00€ annui in totale), assegni di ricerca e borse di studi i cui finanziamenti li abbiamo dovuti trovare da soli tramite la compilazione di bandi europei o accordi siglati con enti pubblici e privati su ricerche specifiche, ma riteniamo che dare pari importanza a merito certificato e precariato, immettendo nella scuola provenienze diverse, sia garanzia di maggior qualità per i ragazzi ed il sistema formativo in genere.
Ricordiamo inoltre che, durante il nostro precariato, molti Ph.D si sono trovati nella posizione di insegnanti in corsi abilitanti succedutisi nei vari anni, con la spiacevole situazione di rilasciare l’abilitazione all’insegnamento, senza possederla. Cosa che ha provocato non pochi imbarazzi tra i Ph.D ed alla quale, questa volta, non ci presteremo.
L’articolo PAS: il dottorato di ricerca deve essere valorizzato. Lettera sembra essere il primo su Orizzonte Scuola.
Fonte Orizzonte Scuola
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