Informazione e Confronto per Educatori
Gent.mo Dottore,
Mille grazie. Teresa
Cara Signora Teresa
spero che la mia risposta non aumenti il suo turbamento. Le confesso che la sua lettera mi ha meravigliato per i toni accorati che in un primo momento mi sono sembrati quasi eccessivi ed ho pensato: “ma essere omosessuale è normale, che problema c’è?” In effetti è così. Parlare di omosessualità, ho quasi l’impressione di dover discutere, come facevano nel 500, se la donna avesse o meno un’anima. Avvenne nel famoso concilio di Mâcon (585). I vescovi riuniti discussero animatamente sulla presenza o meno dell’anima nella donna. Oggi, siamo qua a chiederci se un omosessuale è “normale” e magari ci sentiamo tolleranti rispetto ai nostri nonni che mandavano gli omosessuali in ospedale psichiatrico, o nei campi di concentramento. In alcuni paesi arabi, ancora oggi, li impiccano in piazza.
Mi si dirà che noi occidentali siamo più evoluti e certe cose non le faremmo mai. Peccato che dopo mille anni da quel famoso concilio di Mâcon, iniziò la ‘caccia alle streghe’ e, in nome di Dio, cattolici e protestanti torturarono e bruciarono moltissime donne colpevoli solo di essere donne, potenziali oggetti di piacere.
Dopo un lungo “calvario” e per ultimi in Europa, abbiamo finalmente una legge che riconosce i diritti sociali agli omosessuali. Lei avrà avuto durante la lunghissima e travagliata discussione della legge come siano emersi confusione di alleanze, ripensamenti e dietrofront repentini che tradivano una incoerenza, forse personale, di questi ‘tristi personaggi che ci governano’. Alcuni senza nessuna credibilità a causa del loro noto vissuto, parlavano di ‘natura’ ed altri esordivano in ‘nome di Dio’.
Affermavano, senza vergogna, che essere omosessuale è ‘contro natura’, mentre molti di coloro che si definivano cattolici, dichiaravano che essere omosessuale è contro la ‘volontà di Dio’. Lo dicevano e lo scrivevano e lo scrivono tutt’oggi con una protervia senza sfasature. Si intuisce cosa avrebbero fatto se fossero vissuti alcuni secoli fa. Non vedono e non sentono che stanno dicendo terribili corbellerie.
Suo figlio intanto, Signora Teresa, non ha scelto di essere omosessuale. ‘Dio lo ha fatto’ omosessuale. Perché poi Dio dovrebbe volerlo diverso da quello che è?
In natura centinai di specie di animali hanno rapporti omosessuali.
E poi, ma come è possibile parlare in nome di Dio? Ma chi può dire senza provare vergogna ‘Dio vuole!’ Chi ha l’autorità di parlare senza delirare nel nome di Dio? Nessuno.
Dio lo si può solo ascoltare. Il suo ‘soffio’ è irripetibile.
Mi si dice: la Bibbia è la parola di Dio.
Sicuri? Trovo infatti nel terzo libro della Torah “Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro”. Levitico, 20,13
In effetti, quello che invocano, è un Dio severo che però si deve essere confuso. Infatti, poco prima, sempre nello stesso libro, aveva scritto: “Tutti gli animali, che si muovono o vivono nelle acque, nei mari e nei fiumi, quanti non hanno né pinne né squame (i crostacei) li terrete in abominio. Essi saranno per voi in abominio; non mangerete la loro carne e terrete in abominio i loro cadaveri Tutto ciò che non ha né pinne né squame nelle acque sarà per voi in abominio”. Levitico 11, 9-12
Poveri gamberetti!
Questa lettura della Bibbia, potrebbe anche essere un po’ comica, se qualcuno non l’avesse tramutata in tragica. C’è chi ha ammazzato nel nome di Dio e c’è chi, ancora oggi emargina e condanna, sempre in nome di Dio.
Signora Teresa, non mi sono dimenticato di lei. In qualche modo capisco la sua preoccupazione. Suo figlio vivrà e crescerà in una società, soprattutto questa italiana, ancora sostanzialmente omofoba. Il livore e la rabbia che si legge in buona parte di quei “santi uomini” , la povertà culturale e, in alcuni casi la meschinità politica dei nostri rappresentanti, sui temi dei diritti civili, non è rassicurante né per suo figlio né per alcuno. Viviamo in una società dove l’altro, il diverso da noi, qualunque sia la sua diversità, non viene colto come una ricchezza ma vissuto come un pericolo da bloccare, fermare, rimandare e purtroppo anche uccidere.
Ma lei, signora, si è chiesta perché tanta intolleranza verso gli omosessuali? Perché un omosessuale, fino a pochi anni fa, doveva sposarsi con una donna per non rischiare l’emarginazione facendo pagare ad una moglie, il più delle volte totalmente inconsapevole, un prezzo altissimo. L’ omosessuale poteva invero sublimare, scegliendo la vita casta del sacerdozio. Le conseguenze credo siano palesi a tutti. La Bibbia, a parte quella interpretabile condanna di cui sopra, sostanzialmente non si interessa molto degli omosessuali. In natura l’omosessualità esiste e non è modificabile. Un omosessuale non diventerà mai un eterosessuale, così come uno che nasce con gli occhi neri non avrà mai occhi chiari. E’ così, è bello così, è giusto così.
Perché allora tanto dolore inutile?
Il vero motivo a mio parere è nella paura del piacere. La sessualità è legata in maniera indissolubile al piacere e se questo è finalizzato alla procreazione, allora è accettabile (parzialmente accettabile). Le donne che godono sono sempre viste con un po’ di sospetto. Mia nonna aveva dichiarato che non godeva. Indossava una camicia durante la notte dove aveva ricamato: “Non lo faccio per piacere mio ma per dare figli a Dio”. Mio nonno, preso atto, gli fece fare 9 figli.
Il piacere è il grande pericolo, il “serpente maledetto”. Se questo è finalizzato alla procreazione è “accettato”, quasi sopportato, ma se il piacere è fine a se stesso, diventa il fantasma da eliminare. Lei capisce che l’ omosessuale è erroneamente individuato come questo prototipo. Loro per la verità, gli omosessuali, hanno capito questo meccanismo e si divertono a provocare. Non a caso si definiscono ‘gay’.
Non sempre è stato così e Galimberti propone una interessante lettura storica dell’omosessualità a partire da Platone. Vi rimando al suo articolo:
http://www.umbertogalimberti.it/simposioosullamore/
Dicevo che non è così vero che l’ omosessuale sia poi così gay, ovvero “allegro”, “gaio” e ancor meno, superficiale. Se vuole crescere dovrà, come tutti, omosessuale o etero sessuale che sia, affrontare le tematiche legate alla capacità di amare. Dovrà uscire da sé per incontrare un compagno e mettersi in gioco nella vita. Come tutti.
Lei mi chiede cosa fare. Non le dico di voler bene a suo figlio. Questo lei già lo sa e lo fa. Le dico di accettarlo, il che significa non chiedergli mai di cambiare, di essere diverso da com’è. Sia contenta che suo figlio sia omosessuale, contenta che suo figlio sia se stesso. Perché, solo se sarà se stesso, potrà crescere, creare e generare cose nuove.
E visto che sono sulla scia dei consigli le aggiungo ancora un consiglio che mi viene dalla esperienza professionale. Non diventi mai “l’amica” di suo figlio e tanto meno del suo compagno. Rimanga sempre la madre. Lasci che suo figlio faccia la sua vita da adolescente. Lei lo guardi, apra la sua porta ma, stia fuori dalle sue dinamiche. Lei è la madre. Mai l’amica.
Video : Intervista al Dr. Zambello, l’ omosessualità.
https://www.youtube.com/watch?v=L9GooDFU_sI
L’articolo Omosessuale, la realtà non rinunciabile. proviene da Dr. Renzo Zambello.
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