Informazione e Confronto per Educatori
Sarà la stanchezza, la ricerca di un modo per evadere dalla “clausura”, però necessaria per contenere il “Coronavirus”, il giusto desiderio di criticare ciò che si ritiene, talvolta, un’ingiustizia (o un’incapacità a fare) di qualche individuo, di un’agenzia preposta a qualcosa, di un ente pubblico o governativo, ma l’uso smodato dei social e il non più misurato diritto di cronaca ha, di fatto, moltiplicate le occasioni per esporre una moltitudine infinita di dipendenti pubblici (anche docenti) a una interminabile possibilità di occasioni di provvedimenti disciplinari con licenziamenti per giusta causa, e, congiuntamente, a una infinità di procedimenti penali. Come dimostreremo non bisogna, mai, rinunciare ai diritti collegati alla libertà di opinione di critica, ma nel farlo, e nell’insegnarlo agli alunni, non bisogna eccedere i limiti delle altrui libertà e, ancor di più, non bisogna attuarlo con compulsiva esagerazione.
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Fonte Orizzonte Scuola
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